25 gennaio 2011

Strage all'aeroporto Domodedovo di Mosca


Come nell'attacco alla metropolitana a marzo dell'anno scorso, sarebbe stata una donna a commettere l'attentato suicida all'aeroporto Domodedovo di Mosca, in cui ieri 35 persone hanno perso la vita e 168 sono rimaste ferite. La stampa russa torna a parlare delle 'vedove nere' del Nord Caucaso,  donne che hanno perso i rispettivi mariti, rimasti uccisi in azione, e che per vendicarne la morte si sono messe volontariamente a disposizione della guerriglia separatista islamica come aspiranti kamikaze. Secondo una fonte della polizia citata dall'agenzia Ria-Novosti, la donna era probabilmente accompagnata da un complice, forse da un 'combattente' di origine araba. Entrambi sarebbero morti con l'esplosione. Ma la notizia non è ancora stata confermata ufficialmente. Per il il quotidiano Kommersant l'attentatrice avrebbe fatto parte di un commando arrivato dal Caucaso settentrionale. Con ogni probabilità dalla Cecenia. Gli inquirenti non hanno dubbi infatti sulla matrice caucasica dell'azione terroristica: "Le modalità sono quelle tradizionali dei terroristi provenienti dal Caucaso del Nord", ossia da repubbliche ribelli musulmane come Cecenia, Daghestan e Inguscezia, ha detto il funzionario che ha chiesto di rimanere anonimo (La Repubblica).

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