4 febbraio 2011

Vittime dell'apparire


Alta poco più di un metro e 30, indiana dalla pelle scura, Neha era diventata molto famosa dopo le sue esibizioni in tre show televisivi. Studente all'accademia di danza, per la sua età Neha era una delle più brave della scuola di ballo. Tanto brava che gli editori dei reality continuavano a cercarla per averla negli studi, tra ballerine professioniste e presentatori. Ma la star era ancora una bambina di undici anni, che di studiare non ne voleva sentire. Così arrivò la decisione dei genitori: per il suo bene, Neha doveva tornare a scuola. "Il ballo, dissero, ha danneggiato il suo rendimento scolastico". La bambina avrebbe contestato la decisione. Secondo quanto riferito dal suo istruttore, "la piccola ha anche provato a convincere i genitori a cambiare idea", senza ottenere risultati. Per lei sarebbe stato impossibile tollerare l'allontanamento da quel mondo in cui, a soli undici anni, era già una star. Neha si è tolta la vita poco più di un anno or sono impiccandosi con una sciarpa. "Negli ultimi tempi nostra figlia non ha mai dato segni di depressione" ha detto al The Times of India il padre di Neha. 
Ieri, una ragazza di 17 anni si è impiccata con una corda nel bagno di una scuola vicino Roma. "Una ragazza carina ma dallo scorso anno era ossessionata dalle diete perché era ingrassata". Così i compagni di scuola descrivono la ragazza che avrebbe compiuto 18 anni a giugno. "Il peso era il suo chiodo fisso, racconta un amico, dallo scorso anno aveva messo su qualche chilo e parlava sempre di diete". Forse proprio per questo disagio la studentessa era ricorsa al sostegno di uno psicologo della scuola. In italia, ogni anno, sono circa 4 mila le persone che si suicidano, essendo la seconda causa di morte fra i giovani (15-24 anni) dopo gli incidenti stradali. Il suicidio è il gesto autolesivo più estremo, tipico in condizioni di grave disagio psichico e storicamente condannato dalla Chiesa. Per ogni giovane che si toglie la vita ve ne sono centinaia che soffrono importanti disturbi di incompatibilità con il mondo che li circonda, il più delle volte misconosciuti. La loro salute mentale è seriamente minacciata dal cercare in tutti i modi di corrispondere quanto più possibile a canoni di estetica dettati dalle mode, che invece di essere condannati, vengono sventolati orgogliosamente come indice di appartenenza ad un livello sociale superiore. E' sconcertante rendersi conto che fra la popolazione giovanile solo gli incidenti stradali uccidono più delle mode, dell'apparire, del rispettare un regime imposto per essere accettati. Il suicidio è un segno evidente di qualcosa di viziato all'interno della società e non il gesto folle di una persona probabilmente un pò depressa. Abbiamo visto le nuove generazioni crescere nell'era dell'immagine, e loro non conoscono che questa. Non l'hanno scelta ma adesso sono costrette ad adeguarsi e qualcuno non ce la fa o magari si rifiuta di accettarla. Siamo noi adulti che abbiamo scritto le regole per loro, noi i responsabili di tanto disagio e noi i soli a poter restituire un pò di sostanza al genere umano e non perchè ci consideriamo migliori delle nuove generazioni ma solo perchè spesso a loro questa sostanza non è mai stata trasmessa.

Nessun commento:

Posta un commento