24 aprile 2011

La gay family vs la costituzione


La pubblicità dell'Ikea ritrae due uomini fotografati di spalle che si tengono per mano e sopra lo slogan: «Siamo aperti a tutte le famiglie». In basso, sotto la foto, compare invece una scritta dove il colosso svedese spiega: «Noi di Ikea la pensiamo proprio come voi: la famiglia è la cosa più importante». E sottolinea: quello «che cerchiamo di fare è rendere più comoda la vita di ogni persona, di ogni famiglia e di ogni coppia, qualunque essa sia». «Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, offensivo, di cattivo gusto. L'Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine "Famiglie" è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda». Lo ha affermato il sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi. Quella citata dall'articolo 29, che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, "è una delle famiglie", si difende il colosso svedese. "Noi abbiamo a che fare con una realtà quotidiana in continua evoluzione, ci sono tipologie di famiglie molto variegate".  Il commento di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia: "Nemmeno alla vigilia di Pasqua Carlo Giovanardi sa contenere la sua frustrazione per il fatto che la sua delega sulla famiglia non ha a disposizione nemmeno un euro".
Il 9 novembre 2009 Giovanardi afferma a Radio 24 che la morte di Stefano Cucchi, giovane deceduto in carcere a seguito di un arresto per possesso di 20 grammi di cannabis, le foto del cui cadavere dopo l'autopsia, diffuse dai genitori, ne mostrano il corpo segnato da evidenti lesioni, traumi e fratture, sia avvenuta a causa "della droga", in quanto "anoressico, drogato e sieropositivo". L'11 novembre Giovanardi si è scusato in una intervista a RadioDue con la famiglia del giovane.
Il 20 settembre 2010 Giovanardi, nella trasmissione KlausCondicio, dichiara che nei paesi in cui sono state legalizzate le adozioni di bambini da parte delle coppie gay è "esplosa la compravendita di bambini e bambine". La dichiarazione ha spinto l'Arcigay a chiederne le dimissioni. (La repubblica.it - Corriere.it - Wikipedia)

23 aprile 2011

Sempre più nazionalismo


Da alcune settimane due populismi si scontrano in Europa offrendo uno spettacolo miserabile. Al centro della contesa ci sono quei profughi, economici o politici, la classificazione è spesso cancellata dal dramma umano, che ogni giorno approdano sulle nostre sponde dopo avere visto affogare non di rado nelle acque del Mediterraneo figli, genitori, amici. Una crescente ondata di populismo accomuna Italia e Francia e al tempo stesso inasprisce il loro dissenso. A Roma il governo dipende da un partito xenofobo, indispensabile alla maggioranza parlamentare, e solerte nell'alimentare i sentimenti contro gli immigrati. La disputa fra i due populismi ha assunto toni grotteschi a Ventimiglia con il blocco dei treni provenienti dall'Italia sui quali viaggiavano ovviamente i migranti, molti dei quali tunisini con parenti in Francia. In questo contesto di intolleranza guadagna terreno la leader del Fronte Nazionale d'estrema destra francese, Marine Le Pen, voce imponente del nazionalismo d'oltralpe ed ovviamente chiara espressione del padre. A differenza della Lega, xenofoba ma anche anti-nazionale, il Front National è infatti xenofobo ma estremamente nazionalista. "Se verrò eletta alla presidenza francese proporrò un referendum per far uscire la Francia dall'Unione europea" la sua recente trovata per racimolare voti (La repubblica.it - Corriere.it)

Marine Le Pen había comprendido que en la coyuntura actual no era necesaria la sobreactuación racista y xenófoba, que da votos pero que también aísla. Con hurgar en el desamparo de las clases populares frente a la crisis tenía bastante. Y es lo que está haciendo, con cierto éxito en las encuestas (El Paìs).

Marine Le Pen stirred up controversy during the internal campaign. During a speech to the party faithful in Lyon on 10 December 2010, she said that the weekly illegal blocking of public streets and squares throughout France (notably the rue Myrha in the 18th arrondissement of Paris) for Muslim prayers is comparable with an occupation of parts of French territory. The fact that she had mentioned World War II brought claims from the media and politicians that she had drawn a controversial parallel with the German occupation (Wikipedia).


Mi chiedo in quale altro luogo potrebbero recarsi se non in Francia quelle popolazioni massacrate militarmente dal colonialismo francese antico e moderno, sfruttate fino al midollo per rendere la Francia una delle più grandi potenze mondiali. Uomini e donne che cercano disperatamente di ricongiungersi con i loro parenti ed ai quali invece viene impedito l'ingresso in un Paese che ha dato loro una lingua, ha dato loro l'indipendenza ma gli nega il diritto di calpestare il proprio territorio. Esistono politici in Europa che pongono continuamente in pericolo il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo, ma noi purtroppo rimaniamo tragicamente bloccati alle prese con il solito buffone ed i suoi affari privati.

15 aprile 2011

Gaza risponde


Chi sono i Salafiti? Ma soprattutto, a chi diavolo importa saperlo? Con questo terribile assassinio si sono estinti per sempre da soli, come accadde in Italia per le Brigate Rosse (prima che tornassero travestite da "giudici inquisitori"). L'entità del crimine è raccapricciante, ricorda molto i nostri delitti di mafia sia per vigliaccheria che per crudeltà. Un attacco strategicamente mirato contro il buon senso, contro la voglia di cambiare le cose, contro il coraggio di un uomo che ha sfidato la follia omicida di Israele. Con Vittorio Arrigoni non muore solo un essere umano, muoiono purtroppo anche quegli ideali che ancora una volta non abbiamo saputo difendere, muore un pò la voglia di reagire. Si affievolisce la certezza di riuscire a rimanere coerenti davanti al rischio di essere brutalmente schiacciati al primo gesto rivolto contro un'ingiustizia. Quasi vent'anni or sono si diceva: "non siete morti le vostre idee camminano sulle nostre gambe". Ebbene queste gambe si stanno poco a poco stancando di sopportare tutto il peso da sole. Mentre l'innominabile buffone sogna Israele nell'Unione Europea, bandiere italiane vengono sventolate a Gaza City in segno di riconoscenza. Ecco, credo di aver capito chi sono realmente gli eroi. Persone che nonostante nessuno glielo avesse chiesto, si offrono di procurare orgoglio al proprio paese anche se per quest'ultimo, fino al momento della loro morte, non sono nessuno. Rimane, come sempre in questi casi, tanta amarezza ed il silenzio agghiacciante di un blog fermo al 13 di aprile.

9 aprile 2011

L'idiozia fa scuola


Sputi, insulti, cori razzisti rivolti all'indirizzo di una giocatrice italiana di origine nigeriana. L'episodio nel corso dell'incontro Comense - Geas Sesto San Giovanni, gara di cartello per la serie A femminile di basket. Gli insulti razzisti a Abiola Wabara (giocatrice del Sesto) sono cominciati nel corso della partita e sono continuati a lungo: anche il coach sestese Montini accortosi di quello che stava accadendo lo ha fatto presente ad uno degli arbitri che gli ha risposto di non poter sospendere la partita. E invece il match andava sospeso, lo dice il regolamento, perché si dovrebbe dare un segnale preciso e non è possibile far finta di nulla quando le cose sono così evidenti. A fine partita gli arbitri assicurano a Valter Montini, coach sestese, che quanto è successo verrà scritto a referto, ma nelle decisioni del giudice sportivo non c' è traccia dell' accaduto. Nessuna sanzione. La Procura federale di Federbasket ha avviato un'indagine. La Federazione ha attivato la Procura dopo aver constatato l'assenza di provvedimenti da parte del giudice sportivo. Ciò fa pensare che gli arbitri dell'incontro non abbiano messo a referto gli insulti razzisti a Wabara. Brilla per il silenzio la società Comense, il cui presidente Antonio Pennestrì incidentalmente è pure il presidente della Lega basket femminile. "Non permetto che nessuno osi gettare pessima reputazione sui tifosi della Comense - ha poi dichiarato - che hanno sempre sostenuto civilmente, con calore e profondo rispetto degli avversari, la propria squadra".Così a prendere le difese di Abiola deve pensarci Dino Meneghin, il numero 1 della federbasket, che alza il telefono e offre solidarietà alla ragazza: «Non demoralizzarti, tieni duro» le dice. Insultare una giocatrice per la sua pelle scura non è solo grave: è blasfemo (Corriere della Sera - Fatto quotidiano - Repubblica).

6 aprile 2011

L'allievo supera il maestro


Michele Greco, il "papa" della mafia, dal 1978 al 1982 al vertice della cupola di cosa nostra. Un uomo la cui sterilità intellettuale ricorda molto il vuoto culturale del presidente del consiglio. Oggi neanche sappiamo se la cupola esista ancora. Se esiste il suo leader sarebbe Matteo Messina Denaro, gioiello di Riina ai più sconosciuto, soprannominato Diabolik. Attualmente è il quinto ricercato tra i più pericolosi criminali del mondo. Viene spontaneo chiedersi il perchè di tanti passi indietro nella lotta contro la mafia, perchè un'esperienza vincente come quella del pool antimafia non ha avuto il seguito che meritava. Falcone lo diceva che l'Italia non aveva bisogno di eroi ma semplicemente di uno Stato che mettesse i magistrati nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro. Di questi tempi queste parole suonano come un'amara barzelletta e invece allora incarnavano una lecita e forse ingenua richiesta di collaborazione e comunque la sola possibilità per debellare questo cancro definitivamente. E' chiaro come il sole che gli interessi personali di un delinquente, il cui potere malavitoso va ben oltre quello di qualsiasi boss della mafia, siano rivolti esattamente nella direzione opposta. E' impossibile calcolare i danni sia dal punto di vista umano che da quello economico derivanti dalla sua strafottenza e dalla totale incapacità dei suoi collaboratori, come è altrettanto impossibile fare una stima dei benefici apportati alla criminalità organizzata da un movimento politico nato sulle ceneri della magistratura. Il risultato è una avvilente paralisi a 360 gradi. Ciò che invece non conosce sosta è l'ennesima manovra deleteria per il paese ma necessaria per evitare persino le sentenze di primo grado. Un'intera nazione piegata davanti alle sue perverse esigenze, una generazione inferocita di giovani tragicamente frustrata dal concetto di "impunità".  Mentre il paese affonda, il regime diventa sempre più forte e nuovi "Giuda", come Borsellino chiamava questa classe di persone, assicurano lunga vita all'imperatore ed allo stesso tempo un triste destino per l'Italia.

3 aprile 2011

Cercasi uno Stato non colluso con la mafia che sia in grado di tutelare i suoi uomini più coraggiosi


Falcone e Borsellino partirono da zero, inflissero un colpo micidiale all'organizzazione criminale "cosa nostra" sulla base di collegamenti fra crimini apparentemente isolati. Non sapevano niente e sono riusciti a vincere la loro battaglia anche se dopo le sentenze del maxiprocesso il pool antimafia venne chirurgicamente smantellato dall'alto. Avevano sconfitto coloro che imponevano il "pizzo" ma era evidente che mirassero ben più in alto. Erano uomini di Stato ma non facevano gli interessi degli uomini che lo rappresentavano e per questo furono ammazzati. Noi oggi invece, grazie al loro lavoro, sappiamo tutto sulla mafia però non la affrontiamo più. La gente del sud è ormai fin troppo abituata a conviverci e quella del nord non la vede o fa finta di non vederla. Il "pizzo" è ormai ampiamente istituzionalizzato e la criminalità organizzata dilaga ovunque, oggi più che mai. E come sarebbe possibile impegnarsi nella lotta contro la mafia, quella che opprime direttamente la gente fino a sottrarle l'aria, se non siamo neanche nelle condizioni di eliminare quella criminalità apparentemente legalizzata ed alla mafia strettamente connessa che si è impossessata della presidenza del consiglio?