17 novembre 2012

La scatola magica



Riguardo la questione della partecipazione degli eletti del movimento alle trasmissioni televisive mi sento di essere dalla parte di chi non é per niente convinto che tale presenza garantisca un confronto equo fra le parti o che sia indispensabile ai fini del contraddittorio. Dovrebbero essere altre le sedi, il Parlamento per esempio, dove far valere le proprie posizioni. Mi rendo conto che in Parlamento, lontano dai riflettori, non vi sia molto interesse a confrontarsi e l'aula spesso semideserta ne é la prova.
La televisione é per definizione un mezzo che distorce la realtá e che mette splendidamente in evidenza le doti di commediante di chi vi partecipa. Non si puó essere autentici al 100% davanti alla telecamera. La televisione é un efficacissimo strumento della vecchia politica, non credo che ne abbiamo bisogno per portare avanti il programma del movimento. Persino Servizio Pubblico, che inizialmente avevo appoggiato, si é poi rivelato un ricovero per gente che non riusciva piú a far vedere la propria faccia in giro senza essere insultata. Non dovrebbe essere imposto ai rappresentanti del M5S di non partecipare alle trasmissioni televisive, dovrebbe essere piuttosto naturale per qualcuno che vuole rappresentare una forma totalmente nuova di fare politica, sentirsi a disagio in quell'ambiente. Non si conserva la propria credibilitá attraverso spettacolari confronti politici all'americana ma piuttosto mantenendo le promesse, servendosi degli straordinari mezzi che offre la rete e delle dichiarazioni ufficiali dei portavoce del movimento. Se esponenti del PDL o del PD meno L ardono dal desiderio di esprimere pubblicamente la loro soddisfazione per gli splendidi risultati raggiunti e la loro convinzione per quelli che raggiungeranno si accomodino. Il nostro obiettivo non é quello di accumulare momenti di gloria né di sventolare orgogliosi inaspettate percentuali. L'unico fine per cui esistiamo é quello di lavorare al servizio del Paese, nell'ombra se necessario, ricordando che i piú grandi successi in Italia sono stati ottenuti in lugubri uffici-bunker da uomini che non amavano le telecamere ma che sicuramente sapevano fare il loro mestiere.         

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